Ballando sul Titanic
Jakarta, capitale dell'Indonesia, conta 10 milioni di abitanti. Entro il 2050 "affonderà" completamente e già ora metà della metropoli è sotto il livello del mare, al punto che il governo indonesiano è arrivato a programmare uno spostamento della capitale. Tra i motivi della subsidenza ci sono lo sfruttamento delle falde acquifere e l'aumento incontrollato dell'urbanizzazione, ma i cambiamenti climatici vanno accelerando i tempi. E il problema non riguarda solo Jakarta. Le città costiere di tutto il mondo sono interessate dall'innalzamento del livello del mare. Si tratta di agglomerati urbani nati intorno al loro porto, che hanno negli scambi commerciali via mare la ragione stessa della loro esistenza. Non voglio annoiarvi qui con dati e numeri, mi limito a segnalare come il problema non si presenti lontano né nel tempo né in distanze. Lo studio del "Climate central" (un'organizzazione no-profit che riunisce scienziati e giornalisti specializzati) individua già oggi circa 700 milioni di persone a rischio di tsunami e maremoti. Di questi, 800mila sono nostri connazionali, italiani esposti quotidianamente al rischio di una calamità naturale. Anzi no, qui di naturale non c'è proprio niente, qui la Natura non c'entra affatto. Siamo noi, umana specie, che andiamo affondando le nostre città. Ballandoci su, come su giganteschi Titanic.