Il Ballo dei Selvaggi
Prima che rischi di diventare sinonimo di una piattaforma per votazioni "on line", restituiamo a Rousseau la sua legittima primogenitura. Jean-Jacques Rousseau è stato un filosofo svizzero del Settecento, ma già l'essere nato in una città come Ginevra lo rende subito cittadino del mondo. Non intendo annoiarvi qui con la sua vita e le sue opere, mi fermo solo ad una delle sue più innovative teorie: quella del "buon selvaggio". Rousseau individua nelle contaminazioni proprie della civilizzazione i mali dell'uomo, che invece nasce puro e felice nel suo stato originale, selvatico appunto. Nell'affermare la superiorità morale del "buon selvaggio" il filosofo ginevrino ribalta il cliché che da sempre accompagna la figura di questo nostro lontano simile, che nell'immaginario collettivo abbiamo sempre pensato come ignudo, peloso e capace di articolare solo degli incomprensibili suoni gutturali. E vengo alla piccola porzione di storia che oggi vorrei somministrarvi. È la sera del 28 gennaio 1393 e siamo a Parigi, alla corte di Carlo VI. Sua moglie Isabella di Baviera ha organizzato un ballo per il matrimonio di una delle sue dame di compagnia quando nel pieno della festa irrompono sei persone travestite da "uomini selvatici". Sotto quella folta peluria di piume d'oca si nascondono il re e cinque suoi amici, ventenni come lui ed in vena di burle. Per attaccare su di loro il piumaggio hanno fatto ampio ricorso alla pece e, data l'alta infiammabilità di questa, hanno raccomandato ai maggiordomi di spegnere le torce della sala. Grandi risate tra i cortigiani, ma ecco arrivare il fratello del re, Luigi d'Orléans, ubriaco e del tutto ignaro di quel che sta accadendo. Sente un gran vociare e ridere mentre si fa largo con la sua torcia; è un attimo, i sei ragazzi travestiti da selvaggi prendono immediatamente fuoco. Il re si salva per la presenza di spirito di una dama che lo avvolge con il suo ampio vestito, un amico di Carlo si tuffa nella tinozza dove vengono tenuti in fresco i vini, gli altri quattro muoiono tra gli strazi delle fiamme. La storia per sintesi la chiudo qui, ma quello che i francesi hanno poi chiamato "Bal des ardents" (Ballo degli Ardenti) andrebbe forse considerato come una sorta di rivincita dei selvaggi tanto dileggiati dagli "uomini civili". Non posso giurarlo, ma penso proprio che a Rousseau questo Ballo dei Selvaggi piaceva un casino.