Un pianeta da salvare. Anzi, no.
Nelle manifestazioni ambientaliste capita spesso di leggere dei cartelli con su scritto "Salviamo il pianeta". Non c'è idiozia più grossa. La Terra ha spento già più di 4 miliardi e mezzo di candeline per i suoi compleanni e gli scienziati affermano che è appena giunta nel mezzo del cammin della sua vita. Insomma, il sassolino sul quale viaggiamo nell'universo non ha nessun bisogno di essere salvato. Mi rendo conto che riesce difficile farsi capire quando si parla di miliardi di anni; proviamo allora a restringere questo enorme lasso di tempo fino a rapportarlo ad un anno solare. Allora, supponiamo che la Terra nasca a Capodanno ... da lì fino a Natale vulcani, vapor acqueo, oceani e amebe. Poi da Santo Stefano a San Silvestro succede di tutto: piante, pesci, rettili, meteoriti, glaciazioni, mammiferi e un sacco e una sporta ancora. Un paio di minuti prima della mezzanotte, dall'altopiano etiopico ecco arrivare uno strano bipede. É nostro nonno, siamo noi, è l'umana specie. Insomma, siamo gli ultimi arrivati. Avremmo dovuto pulirci i piedi sullo zerbino, domandare "è permesso?" e muoverci con il garbo degli ospiti, invece abbiamo fatto un gran casino. Ora cerchiamo di adoperarci per restarci ancora un po' su questa Terra, perché siamo noi quelli da salvare.