Leggere per vivere
Tra i mestieri che ho sperimentato da ragazzo, c'è stato anche quello dell'edicolante. Un agosto a Roma (perché dovevo riparare una materia a settembre) e mi sono trovato a vendere giornali e riviste a Via Andrea Doria al Trionfale. Di quell'esperienza ricordo gli orari massacranti ma anche i soldi guadagnati, che per le mie tasche di studente sembravano una fortuna. Ma meglio non pensare alla gioventù che finisco per intristirmi per il tempo passato. Vengo all'oggi, se siete ancora lì a leggere. In queste ultime settimane hanno chiuso le due edicole che mi trovavo vicino casa, una dietro l'altra. La cosa mi ha allarmato al punto che sono andato a leggere le statistiche che riportano il numero di questi esercizi. I dati sono sconfortanti, ve lo dico subito. In questi ultimi dieci anni ha chiuso un'edicola su tre e il trend negativo sembra accentuarsi esponenzialmente. I motivi della crisi del settore sono ovviamente riconducibili a quella della carta stampata. Un esempio per tutti: la versione cartacea del "Corriere della Sera" supera di poco le 200mila unità vendute ... e vado parlando del maggiore quotidiano nazionale. Del tutto conseguente che i prezzi della pubblicità sui giornali siano crollati; vi assicuro, per diretta esperienza, che un'intera pagina last minute su un importante quotidiano della Capitale si può acquistare con qualche biglietto da 100 euro, quando una decina di anni fa non ne sarebbero bastati 10mila. Potremmo tutto sommato chiudere la cosa con un'alzata di spalle e salutare l'epocale passaggio alla lettura digitale come un segno dei tempi. Peccato che le cose non stiano così. Gli italiani non vanno più in edicola ma non acquistano nemmeno la versione "on line" di quotidiani e periodici. Anche gli e-book non rappresentano ancora un fenomeno così popolare, visto che rappresentano solo il 10% del fatturato delle case editrici. Rischierò di apparire troppo 'tranchant', ma è evidente che le edicole chiudono perché gli italiani non leggono. I dati ISTAT sono di cruda chiarezza ed aggiungono un elemento che trovo determinante: l’abitudine alla lettura si acquisisce in famiglia. Tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori (fonte: Report Istat, 27 dicembre 2018). Proviamo a ricordarcene, ad esempio per le prossime feste: regaliamo un libro a Natale, oppure un abbonamento ad un quotidiano o a un periodico. Chiudo con un consiglio, che prendo a prestito da Flaubert "Non leggete per istruirvi o per divertirvi, leggete per vivere".