La TV come dovrebbe essere
É di più di un mese fa la lettera aperta di Pupi Avati pubblicata sul "Corriere della Sera" e ve ne suggerisco la lettura, perché è una commovente testimonianza intellettuale dello "sterminato silenzio" che avvolge questo nostro tempo spaventato. Tra le pieghe di quel toccante documento il regista bolognese sfidava la Rai a sconvolgere totalmente i suoi palinsesti, a trasformare l'emergenza sanitaria in una straordinaria opportunità culturale. A distanza di settimane oggi Rai Storia (ch. 54) ha raccolto quella sfida, mentre il resto della programmazione degli altri canali è rimasta strozzata al cappio dell'Auditel e del "Dio Denaro". Pupi Avati oggi su Rai Storia sta proponendo la televisione come dovrebbe essere, sempre. Stamattina ha fatto compagnia al mio caffè con uno splendido concerto di musiche di Mozart, di Bernstein ed altri autori, con il clarinetto a farla da padrone. Subito dopo un'appassionante ricostruzione della battaglia di Campaldino, quella che vide anche Dante tra i combattenti fiorentini contro Arezzo. E poi un commovente ricordo di Troisi, film come "Bellissima", interviste a Sergio Leone e Fellini, il jazz di Ella Fitgerald accompagnata da Duke Ellington in una rara registrazione dal Lirico di Milano, un documentario di storia, ora mentre scrivo un'intervista a Paolo Conte e tanto c'è stato e tanto ancora c'è da vedere da qui a stanotte. Raistoria purtroppo viene vista da pochi (0,2 % è l'impietoso dato dell'Auditel) e non è vinta quindi la sfida di Pupi Avati. Ma fa niente. Almeno per 24 ore facciamo finta che i giletti, i vespa e le barbaradurso siano solo dei cattivi pensieri, spazzati via dalla TV come dovrebbe essere. Sempre.