L'aria di Cambridge
L'Università di Cambridge riaprirà le sue aule nell'estate 2021. Mentre congedo chi accoglie la notizia con un gioviale "ecchisenefrega", provo a svolgere una considerazione in più per i reduci nella lettura. Lo storico istituto inglese ha deciso di proseguire con l'insegnamento virtuale anche per tutta la durata del prossimo anno accademico, ma credo sia giusto cogliere nella decisione qualcosa che va oltre la contingente esigenza sanitaria. Le nostre città in queste settimane sono state molto diverse dal solito, perché il lavoro da casa ha drasticamente ridotto il traffico urbano. Sarebbe da idioti non cogliere nella drammaticità dell'emergenza del covid-19 questo elemento nuovo, questo epocale mutamento nell'organizzazione del lavoro e dello studio. Per chi vive a Roma Montesacro e lavora in un ufficio dell'EUR, quelle due ore di stressante traffico quotidiano possono essere restituite al tempo libero, così come chi fa il pendolare dal Sussex alla City di Londra può evitare di spendere un terzo dello stipendio per treni e underground. Non ho mai 'abboccato' alla chimera ecologista dell'auto elettrica, con le sue tonnellate di batterie da smaltire. Credo invece che oggi le nuove tecnologie ci consentano di pensare agli spostamenti in modo diverso, con l'affermazione della centralità delle esigenze dell'individuo, verso la liberazione dai bisogni determinati dalle distanze fisiche, nella direzione di una riduzione drastica delle emissioni nocive nell'aria. Pensate solo alle ancora inespresse opportunità derivanti dalla stampa 3D. Ovvio che un idraulico non potrà mai aggiustarci un lavandino a distanza, ma sono milioni le donne e gli uomini che potranno essere sollevati dall'obbligo di spostarsi per lavorare. E uno studente universitario potrà ben usare il suo smartphone per seguire le lezioni, oltre che per cazzeggiare su Instagram. Per colpa del coronavirus nei prossimi mesi saremo costretti ancora a indossare una mascherina, ma chissà che non ci si ritrovi a ringraziare questa emergenza per l'irripetibile opportunità che può offrirci: quella di non dover mettere una mascherina per l'inquinamento dell'aria.