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La notte di Omero


Boninsegna crossa e Rivera di piatto la mette in rete: 4-3. Oggi 17 giugno quel gol compie 50 anni ma è come fosse rimasto fissato ogni singolo giorno negli occhi con i quali ho affrontato la vita. Perdonatemi l'ovvietà, ma Italia-Germania dei Mondiali del '70 è stata e continua ad essere qualcosa di più di una partita di calcio. Poco più che bambino, avevo già visto l'anno prima Amstrong appoggiare il suo piedone sulla Luna che era notte ed era notte anche nel mio pezzetto di Roma quando si giocava quel match in Messico. Fresco del mio primo anno di medie, mi fu facile sovrapporre stralci dell'Iliade alle emozioni di quella partita ed allora Ettore era Gigi Riva, Gianni Rivera Paride e Valcareggi il vecchio Priamo, perché chissà perché sono sempre stato con chi poi alla fine le busca, anche nel derby Troy vs. Hellas. Dell'omerico scontro dell'Atzeca mi piace fermare il ricordo però su un altro gol. Come ricorderete, i tedeschi pareggiarono a tempo scaduto nei tempi regolamentari e si andò quindi ai supplementari. Io prendevo mentalmente nota delle parolacce che mio padre andava intarsiando intorno all'albero genealogico di Schnellinger, quando la Germania passò in vantaggio con un gol di quelli che andrebbero annullati per manifesta bruttezza. 2-1 sotto, è finita. Ma ecco, ecco perché trovo quello il momento che più si avvicina alla nostra 'forma mentis', al nostro essere Italiani. Perché è proprio quando siamo immersi nella disperazione che scattano le nostre più belle prove d'orgoglio. Dal Vajont al ponte di Genova, passando per i terremoti che scuotono le viscere del Paese più bello del mondo, fino ai fiumi arrossati dal nostro sangue, dal Piave del '18 all'Arno del '66, c'è tutta una storia a testimoniare che il meglio di noi stessi esce fuori proprio quando tutto sembra finito, andato. Quella notte non lo so che ci facesse nell'area tedesca Burgnich Tarcisio e forse non lo sapeva nemmeno lui. Difensore d'altri tempi, la metà campo era filo spinato da non attraversare e la partita 90 minuti da spendere incollato alla punta avversaria. E invece no, quella notte Burgnich era lì e riuscì a calciare verso la porta di Maier, il portierone biondo della Germania. 2-2: pareggio. Poi sarebbero venuti i gol di Ettore-Riva e di Paride-Rivera, ma andatevi a vedere quante reti in carriera ha fatto Burgnich Tarcisio ... e poi chiamate Omero a raccontare quella notte. La notte del 4-3.

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