Un'altra vita
Mercoledì scorso, centro commerciale zona Eur di Roma. Un uomo sulla settantina muore colto da un malore. Prima l'ormai inutile arrivo dei soccorsi medici, poi quello della polizia per i necessari rilevamenti. Intanto quel corpo, sul pavimento dell'ipermercato, diventa oggetto di una ressa di curiosi; c'è chi lo fotografa, chi improvvisa un video narrato, chi addirittura lo elegge come sfondo per un selfie. La concentrazione di folla diventa così pericolosa che impone la chiusura del centro commerciale. Di fronte alla morte bisognerebbe abbassare la voce, chinare il capo e - per chi crede - provare ad accennare una preghiera. Stiamo diventando invece un'orda di barbari armati di smartphone, capaci di consegnare ai social la diretta testimonianza di tanto avvilimento morale. Prima ancora che del vaccino per il covid abbiamo bisogno di un'altra vita, per ricominciare daccapo.