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Aida


"...la Costituente, la democrazia, e chi ce l'ha". Così Rino Gaetano in "Aida", quel brano che è uno straordinario affresco musicale su quell'Italia che oggi festeggia il 75° della Repubblica. Trovo significativo che questa data si sovrapponga con la scomparsa dell'artista, morto a Roma per un incidente giusto 40 anni fa.

Era la notte del 2 giugno 1981, appunto. Rino Gaetano era alla guida di una Volvo quando, probabilmente per un malore, finisce contro un camion. L'incrocio è quello tra la Nomentana e via XXI aprile, lo so bene perché in quel periodo mi capitava di percorrerlo quasi quotidianamente con la mia 500, per raggiungere Piazza Bologna dove c'era la redazione di un giornale sportivo dove lavoravo.

Allora le cinture di sicurezza sulle vetture erano poco più di un optional e Rino sbatte la testa sul parabrezza, frantumandolo. I primi soccorsi lo trovano privo di sensi, con gravi fratture alla base cranica e in altre parti del corpo. Viene portato al vicino Policlinico ma questo è incredibilmente inadeguato per questo tipo di interventi chirurgici e quindi si cerca un altro ospedale. E' a questo punto che nel dramma si infila una canzone straordinariamente profetica, uscita postuma dai cassetti dell'artista: "La ballata di Renzo". Con l'amara ironia che gli era propria, Rino cantava della morte di un uomo per un incidente stradale, di uno che all’Ospedale San Camillo “non lo vollero per l’orario”, che al San Giovanni “non lo accettarono per lo sciopero”, che al Policlinico “lo respinsero perché mancava il vice-capo”. E quindi Renzo muore così, sballottato da un ospedale all'altro.

Ma torniamo a quella notte, che è quasi l'alba ormai. Dall'Umberto I si cerca inutilmente posto in altri ospedali e tra questi ci sono proprio quelli citati ne "La ballata di Renzo". Quando finalmente il Gemelli offre la sua disponibilità, Rino Gaetano è spirato ormai. I suoi funerali verranno celebrati nella chiesa dove avrebbe dovuto sposare Amelia, l'amore della sua breve vita. Aveva solo trent'anni.

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