Ecco la guerra
Servisse per risparmiare qualcosa sul canone, farei volentieri sigillare le frequenze della mia tv su un solo canale: RAI Storia. Ed è appunto lì che l'altro giorno ho seguito un documentario dal titolo "Milano in guerra", che in un'ora ha provato a riassumere le sofferenze patite da quella città nell'ultimo conflitto. Tra i filmati, quello più toccante ha riguardato un episodio che resta nelle carni vive della memoria storica di Milano e di tutto il Paese.
La mattina del 20 ottobre 1944 il quartiere di Gorla, nella periferia nord-orientale del capoluogo lombardo, venne investito da un pesante bombardamento alleato. Una di queste bombe centrò una scuola elementare, uccidendo 184 bambini: i "Piccoli Martiri di Gorla".
Gaza è una striscia, lo sapete. In alcuni tratti per attraversarla in larghezza basta un'ora di passo svelto; in appena 360 kmq ci vivono due milioni di palestinesi, una densità di popolazione che trova eguali solo ad Hong Kong. Pensare di sparare dei missili su quel fazzoletto di terra e parlare di "bombardamenti chirurgici" offende ogni più elementare buon senso. Un razzo non bussa alla porta di appartamento di un palazzo di dodici piani per sapere se ci abita uno di Hamas, le bombe non distinguono tra bambini innocenti e terroristi armati.
Lì a Gorlo c'è un monumento per ricordare la strage del 20 ottobre 1944. Nella cripta sono custodite le ossa dei bambini e degli insegnanti morti nella tragedia. In alto, eloquente, in maiuscolo, c'è una scritta: "ECCO LA GUERRA"
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